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Scaccabarozzi: possiamo produrre vaccini in Italia ma occorre tempo

Aziende Redazione DottNet | 23/02/2021 18:31

"Le aziende potenzialmente disponibili ci sono ma bisogna capire se hanno delle linee adatte ai vaccini Covid, quali parti possono realizzare e se non sono già impegnate per gli antidoti di morbillo e influenza"

Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria e di Janssen Italia, è stato convocato per giovedì dal ministro Giorgetti per fare il punto sulla produzione italiana di vaccini: "Qualcosa si può fare, ma bisogna vedere con che autorizzazioni e in che tempi", spiega in un'intervista a La Stampa.    Ci sono aziende potenzialmente disponibili "ma bisogna capire se hanno delle linee adatte ai vaccini Covid, quali parti possono realizzare e se non sono già impegnate per gli antidoti di morbillo e influenza" aggiunge Scaccabarozzi.

Potenzialmente "possiamo infialare tutti i vaccini d'Europa, ma non basta". Alcune aziende "stanno studiando se riescono a dedicare una linea ai vaccini Covid o a trovare i bioreattori per creare i liquidi da infialare". Il presidente di Farmindustria dirà à Giorgetti che "si tratta di una missione delicata. Se anche trovassimo i bioreattori necessari ci vorrebbero 4-6 mesi dal momento della loro attivazione per ottenere i vaccini".

Adesso "tutti vogliono i vaccini, ma tra qualche mese non sarà più così. Una pianificazione nazionale sarebbe sicuramente utile anche per il futuro, in vista di altre epidemie, però chi si mettesse a produrli ora necessiterebbe di garanzie". E "servirebbe uno snellimento di autorizzazioni e ispezioni".  Obbligare le case farmaceutiche a concedere le licenze "è inutile. Basterà un contratto di fornitura in conto terzi, di quelli che in Italia si usano da sempre tanto che siamo i maggiori contoterzisti d'Europa". Il ritardo dei vaccini è solo un problema di produzione, "il contratto europeo funziona - sottolinea - e impedisce alle case farmaceutiche di vendere direttamente per evitare ingiustizie e concorrenze inutili".    Janssen Italia è la società di Johnson&Johnson che ha sottoposto all'Ema il suo vaccino. Si spera venga approvato "entro marzo e da aprile ci sarà un vaccino in più". Gli studi clinici su 44mila persone dimostrano che funziona una sola dose, "ma sarà l'Ema a dire l'ultima parola. Per prudenza stiamo testando anche le due dosi per vedere se danno un'immunità più lunga". All'Ue arriveranno 200 milioni di dosi di questo vaccino "entro l'anno, di cui all'Italia 27 da aprile a dicembre".

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